intervista a ja italia

Venti anni di educazione imprenditoriale e crescita sociale

Giunta al suo ventesimo anno di attività, Junior Achievement è la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola nominata per il premio Nobel per la Pace 2022. In 122 Paesi, la rete di JA riunisce oltre 465.000 volontari d’azienda provenienti da tutti i settori professionali e, con loro, raggiunge più di 12 milioni di studenti e studentesse al mondo. Dal 2019, Junior Achievement è inserita da NGO Advisor al settimo posto nella classifica mondiale Top500NGO. Dal 2002, in Italia, ha costruito un network di professionisti d’impresa, fondazioni e istituzioni, educatori e insegnanti che, secondo logiche di responsabilità sociale e volontariato, forniscono strumenti e metodi didattici pratici e concreti. Grazie a loro, JA Italia ha formato nell'ultimo anno scolastico 200 mila giovani dai 6 ai 24 anni, valorizzandone le attitudini, insegnando loro come riconoscere le opportunità, affinché il futuro diventi una promessa di speranza e gli alunni e le alunne di oggi siano protagonisti nel lavoro di domani.

Nel 2014 JA Italia è stata per il progetto con ABB Italia tra i vincitori del Premio dei Premi di Fondazione COTEC, voluto per concessione del Presidente della Repubblica Italiana, con l'intento di sostenere la capacità innovativa e creativa del nostro Paese nei settori chiave dell'economia, contribuendo all'aumento di competitività del sistema Paese.

Foto di gruppo durante il Side Event “Generation-E. Inspiring YouthThrough Entrepreneurship Education” organizzato da Junior Achievement Italianel 2021 in occasione della Ministeriale Lavoro-Istruzione del G20

Antonio Perdichizzi

Presidente di Junior Achievement Italia da giugno 2018, Antonio è CEO di Opinno in Italia, azienda europea leader nel settore dell’open innovation. Crede fortemente nell’importanza di trasferire ai giovani i valori dell’imprenditorialità e dell’innovazione, del mettersi in azione e di sviluppare nuove competenze, attraverso le soft skills. Su questa base, nel corso del suo percorso professionale, ha lavorato per diffondere questi principi a partire dal suo territorio di origine, la Sicilia, e successivamente, attraverso la collaborazione con Junior Achievement, è fortemente impegnato a promuoverli su tutto il territorio nazionale. Perdichizzi è vicepresidente dell’Advisory Board di Unicredit Sicilia, di cui è membro dal 2015, e alumnus dell’International Visitor Leadership Program del Dipartimento di Stato USA. È Angel Investor delle startup innovative Orange Fiber e MyGrants. In passato è stato presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Catania, e vicepresidente nazionale di ItaliaStartup, un’associazione di imprenditori, investitori, startupper, enti e aziende che operano per sostenere il cambiamento economico e sociale italiano.

Miriam Cresta

Miriam ha iniziato la sua carriera nel 1995 partecipando alla costituzione di Fondazione Sodalitas, creata da Assolombarda per promuovere l’approccio manageriale nel non-profit e la responsabilità sociale tra le imprese lombarde e italiane. Dopo un’esperienza decennale come manager sociale e coach ha seguito la fase di start-up di Junior Achievement in Italia e come CEO dal 2003 ha assicurato l’implementazione dei programmi didattici di economia, imprenditoria e finanza nelle scuole, sostenendo con convinzione la crescita dell’ecosistema edu-imprenditoriale nazionale. Dall’avvio ad oggi JA Italia ha raggiunto +500.000 studenti e coinvolto 7.042 volontari d’azienda e opera con 28 dipendenti in tre sedi a Catania, Milano e Roma.

Nel 2016 Miriam ha partecipato attivamente alla creazione della Coalizione per l’educazione imprenditoriale, parte integrante del Piano Nazionale Scuola Digitale del Ministero dell’Istruzione, e ha contribuito al lancio dell'EE-Hub italiano. Dal 2017 è tra i componenti del Comitato Ashoka’s Fellow ed è inserita tra le 100 Unstoppable Women che stanno cambiando l’Italia con l’innovazione.

MIRIAM: Junior Achievement nasce a Boston, negli Stati Uniti nel 1919, 100 anni di educazione economica-imprenditoriale. In Italia JA prende vita nel 2002, una realtà che dunque compie oggi i suoi primi 20 anni. Qual è il bilancio di questi due decenni?
Si tratta sicuramente di un bilancio positivo. JA continua ancora ad essere un soggetto importante per spronare il nostro sistema scolastico a introdurre approcci pedagogici e contenuti didattici sempre più innovativi. L’imprenditorialità è una recente conquista ma è presente solo nelle scuole superiori. Forse quest’anno finalmente anche l’educazione finanziaria entrerà nel curriculum scolastico. JA è cresciuta con la propria coalizione d’imprese rispondendo sempre adeguatamente e con reattività – anche durante gli ultimi due anni in cui le scuole sono rimaste chiuse – ai bisogni delle comunità scolastiche e dei giovani. Molti investimenti sono rivolti al Sud del Paese dove anche i più recenti risultati Invalsi ci confermano che c’è più bisogno di affiancare insegnanti e famiglie, anche per le condizioni culturali e sociali di alcuni territori che rendono più fragile il valore educativo della scuola. Questo impatto potrà essere sempre più massivo e consolidato grazie soprattutto alle partnership continuative con diverse aziende, ABB in primis con la quale collaboriamo da 18 anni. Prima dell’impegno di JA, infatti, non era così diffusa l’attenzione alle giovani generazioni e alla loro educazione anche in ambito aziendale nelle politiche di responsabilità sociale. Allo stesso tempo anche ai ragazzi e alle ragazze abbiamo offerto la possibilità e l’opportunità di entrare in contatto con il mondo dell’imprenditoria e con il nostro network internazionale portando le sfide e la cultura delle imprese all’interno della scuola. 


Prima dell’impegno di JA, non era così diffusa l’attenzione alle giovani generazioni e alla loro educazione anche in ambito aziendale nelle politiche di responsabilità sociale.

ANTONIO: In questo percorso qual è il ruolo che stanno giocando gli stakeholder che supportano JA nel nostro Paese (Imprese – fondazioni – Enti Ministeriali) e come sta cambiando l’interazione e l’indirizzo che nasce da questo eco-sistema?
Negli ultimi due anni abbiamo compreso tutti molto di più – ciò che era risaputo tra gli addetti ai lavori – vale a dire che la Scuola è un bene comune e l’istruzione di qualità va garantita a tutti i giovani cittadini italiani e del mondo. Il ruolo delle istituzioni e delle realtà private e pubbliche che possono concorrere a raggiungere questo obiettivo è sempre più attivo, anche grazie al desiderio di tutte le parti coinvolte. Gli stakeholder non vogliono limitarsi a un mero supporto all’associazione e alla sua missione ma c’è la voglia di condividere e costruire insieme progetti e attività per uno scopo sempre più grande. In questo senso la partnership con Unicef è un ottimo esempio perché grazie a questa alleanza stiamo lavorando per garantire non solo qualità e innovazione nella scuola, ma anche inclusione.


L’assenza della socialità che la scuola garantisce si è sentita molto.

MIRIAM: A giugno è terminata l’edizione 2022 di “Impresa in azione”, il programma didattico che quest’anno ha coinvolto oltre 11.000 giovani delle scuole secondarie di secondo grado da tutta Italia. Avete rilevato dei mutamenti nei progetti imprenditoriali presentati, anche alla luce del periodo critico che, soprattutto i nostri giovani, hanno vissuto negli ultimi due anni?
Purtroppo, negli ultimi due anni abbiamo necessariamente assistito a dei cambiamenti nelle esperienze dei laboratori d’imprenditorialità dovuti alla difficoltà di poter svolgere le attività in presenza a scuola. Nonostante le nostre piattaforme didattiche prevedessero logiche di interattività tra studenti, insegnanti e volontari aziendali l’assenza della socialità che la scuola garantisce si è sentita molto. Nonostante questo, però, i concetti su cui si fonda “Impresa in azione”, ossia lavoro in team, l’individuazione di un’idea sviluppata sulla base dei bisogni di una comunità, la focalizzazione sulla tecnologia e l’attenzione all’ambiente sono rimasti centrali. Rispetto al passato poi, in questi anni di pandemia, abbiamo notato che con il nostro programma si è rafforzata non solo la relazione dei ragazzi a scuola ma anche il rapporto con i propri insegnanti e con gli altri adulti coinvolti nei progetti. Ci aspettiamo che tutti questi elementi saranno ulteriormente amplificati con la nuova edizione di “sfide imprenditoriali”, le Olimpiadi di Imprenditorialità, che prenderanno il via il prossimo anno con il sostegno del Ministero dell’Istruzione.

ANTONIO: Quanto è importante il ruolo dei volontari d’azienda, i Dream Coach, per la formazione imprenditoriale degli studenti? E quanto, in un’ottica di reverse mentoring, l’attività di coaching può rivelarsi da stimolo per i volontari?
Si tratta di due aspetti davvero importanti perché il volontario rappresenta di fatto la presa di contatto con il mondo reale dei nostri ragazzi. Questa interazione segna il momento in cui si creano legami importanti nell’esperienza formativa tra giovani e adulti ed è un ulteriore stimolo per lo scambio di informazioni in entrambe le direzioni. Se da un lato il volontario offre molto, dall’altro anche gli studenti inviano input, segnali e stimoli al dream coach condividendo sogni e timori ma anche grande energia. Direi che i volontari, tra gli altri ABB è una delle aziende più attive in questo senso, sono un asset fondamentale per la buona riuscita dei nostri progetti. Recentemente abbiamo condotto una ricerca insieme a Human Foundation basata sulla metodologia SROI (Social Return on Investment), per valutare l’impatto sociale di Impresa in azione e dallo studio è emerso che per ogni euro investito dall’azienda di provenienza attraverso il volontariato d’impresa vi è un ritorno sociale di più del doppio, pari a €2,46 nelle comunità in cui il volontario opera a fianco degli insegnanti.


Se da un lato il volontario offre molto, dall’altro anche gli studenti inviano input, segnali e stimoli al dream coach condividendo sogni e timori ma anche grande energia.

MIRIAM: In questa edizione abbiamo parlato con Francesca Cavallo (co-autrice del libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, ndr) di “female education”: in che termini JA Italia incoraggia e stimola le ragazze a intraprendere studi in materie STEM?
Si tratta di un tema davvero centrale, perché oggi come mai prima d’ora è fondamentale ispirare le adolescenti mostrando loro come un percorso STEM sia possibile. In realtà come Junior Achievement questa operazione di sensibilizzazione la iniziamo già con le ragazze preadolescenti di 12 e 13 anni quando stanno compiendo la scelta della scuola superiore. In questo senso, quindi, stiamo agendo anche a livello culturale lavorando da un lato con i docenti, affinché fungano da driver in fase di orientamento, e dall’altro interagiamo con aziende che oltre ad avere un interesse specifico in questo settore possono ispirare con le proprie manager le giovani a comprendere come le carriere scientifiche possono offrire ampi spazi di soddisfazione e di crescita professionale e personale e avere un grande impatto sull’umanità e sull’ambiente.

ANTONIO: Quando si parla di “educazione imprenditoriale” si immagina, forse in maniera inesatta, un futuro da imprenditori per le studentesse e gli studenti coinvolti. Verosimilmente non può essere così per tutti: quali sono le skills che promuovete e che, secondo voi, sono anche più determinanti nel delineare la carriera professionale dei nostri giovani?
Sicuramente le competenze trasversali, soft skills, con particolare riferimento alla capacità di risolvere problemi, l’essere creativi, l’interazione con il gruppo e l’autoefficacia, sono tutte essenziali ai ragazzi per sapersi orientare e assicurano una maggiore occupabilità. Non dimentichiamo poi le competenze hard, come ad esempio quella finanziaria, non obbligatoria a scuola ma fondamentale nella vita che, in alcuni istituti o licei, non è particolarmente trattata e quindi difficilmente acquisibile se non con un percorso specifico se non attraverso i laboratori imprenditoriali. Oggi queste competenze dovrebbero servire a tutti i lavoratori indipendentemente dal scegliere un impiego nel pubblico o autonomo. 

MIRIAM: La promozione su larga scala dei valori imprenditoriali e della collaborazione è valsa a Junior Achievement la candidatura a Premio Nobel per la Pace 2022. Cosa rappresenta per voi questo riconoscimento?
Per noi attivisti dell’education è stata una grande sorpresa e allo stesso tempo un grande onore ed è uno stimolo a continuare il nostro lavoro per raggiungere sempre più ragazzi e ragazze in tutta Italia e nel mondo con lo stesso spirito. Questa candidatura rappresenta un segnale importante sia nei confronti del ruolo straordinario che ricopre l’educazione imprenditoriale, finanziaria nell’orientamento delle future generazioni grazie allo scambio con i volontari d’azienda e gli adulti che prestano servizio nelle scuole, ma anche un importante riconoscimento per quei giovani e quelle giovani che diventeranno i professionisti di domani nonché un’immensa soddisfazione per tutto il nostro network a livello mondiale.

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