Intervista a Marcello Bariani di Baker Hughes

Insieme verso uno sviluppo sostenibile

Marcello Bariani
Head of Procurement and Logistics
Baker Hughes TPS

Rendere possibile la transizione energetica e, di conseguenza, il passaggio verso economie sostenibili: è questo uno dei pilastri su cui si fonda la mission di Baker Hughes, importante azienda di tecnologia applicata all’industria dell’energia, che sviluppa e produce soluzioni per un futuro energetico più pulito, sicuro ed efficiente.
Attualmente Baker Hughes sta riducendo il proprio impatto sull’ambiente rendendo più sostenibili le proprie operazioni ma anche aiutando i clienti a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità offrendo tecnologie innovative per l’intera catena del valore dell’energia, tra cui le nuove frontiere energetiche come l’idrogeno, la CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage - Cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2) e lo storage di energia.
Nel nostro Paese Baker Hughes opera principalmente attraverso Nuovo Pignone, storica realtà industriale fiorentina, e conta circa 5.000 dipendenti su sette siti produttivi. A Firenze si trova anche la sede dell’headquarter globale di Turbomachinery & Process Solutions (TPS), uno dei quattro business della multinazionale.

Baker Hughes ha confermato il proprio impegno a diventare un’azienda a zero emissioni di CO2 entro il 2050, con l’obiettivo intermedio di dimezzare le proprie emissioni entro il 2030.Per comprendere meglio la strategia dell’azienda rispetto al tema della sostenibilità e il percorso intrapreso finora, abbiamo incontrato Marcello Bariani, Head of Procurement and Logistics in Baker Hughes TPS.

Dott. Bariani, in linea generale, che cosa rappresenta la sostenibilità per un’azienda come la vostra?
La sostenibilità fa parte dei valori fondanti della nostra azienda. La nostra missione è quella di supportare concretamente il cammino di tutta l’industria dell’energiaverso il raggiungimento dell’impatto zero e di un futuro energetico sostenibile. Il nostro impegno di fondo è quello di rendere possibile la transizione energetica attraverso l’uso di energie rinnovabili, tecniche di risparmio ed efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Vogliamo operare in modo sicuro, etico e responsabile, salvaguardando i diritti umani. Siamo impegnati nel campo delle nuove frontiere energetiche (idrogeno e carbon capture), fondamentali per assicurare il futuro dell’industria dell’energia nel lungo periodo. Il settore tradizionale dell’energia è stato spesso considerato per molti anni meno virtuoso da un punto di vista ambientale; tuttavia, è una tipologia di industria che nel tempo ha preso consapevolezza rispetto a questo punto e si è impegnata per cambiare rotta e tracciare la via.


La nostra missione è quella di supportare concretamente il cammino di tutta l’industria dell’energia verso il raggiungimento dell’impatto zero e di un futuro energetico sostenibile.

Un impegno che passa attraverso l’innovazione tecnologica, si suppone…
Esatto. Investiamo in R&S per sviluppare il nostro business in maniera sostenibile ma anche per la creazione di nuove tecnologie che aumentino l’efficienza dei prodotti, in modo che possano essere d’aiuto ai nostri clienti per ridurre le emissioni inquinanti e al contempo limitare il consumo di materie prime.

Qual è il vostro framework di sostenibilità?
Nella nostra azienda è basato fondamentalmente sulle classiche 5P del World Economic Forum (Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership), che abbiamo razionalizzato per avere maggior focus ed efficacia sulle aree su cui possiamo incidere realmente: Planet, People, Principles.

A tal proposito, come si pone Baker Hughes nei confronti della D&I?
Sono arrivato in Baker Hughes a gennaio 2020, provenendo dal mondo dell’automotive. Da subito ho notato che l’attenzione ai temi della D&I, in questa azienda, era a un livello altissimo: la definirei quasi una “ossessione” positiva. In Baker Hughes operiamo a livello globale e promuoviamo un ambiente di lavoro inclusivo, con la valorizzazione del talento, di background ed esperienze differenti, in modo che le diversità di prospettive rappresentino un valore distintivo e supportino la crescita delle persone e dell’azienda.

Può farci degli esempi concreti?
Stiamo portando avanti un progetto basato sulla diversificazione della forza lavoro, con un focus particolare sull’aumento della rappresentanza di genere. Il nostro è un settore tradizionalmente maschile ma stiamo cercando, soprattutto in Italia, di migliorare quel 26% di popolazione attiva femminile attualmente presente in Baker Hughes Italia, grazie all’attivazione di programmi rivolti specificamente alle donne. L’obiettivo è il 50%. Un altro progetto importante è quello focalizzato sulla neurodiversità: abbiamo inserito in azienda, nella divisione Digital, tre professionisti con disturbi dello spettro autistico, risorse preziose e competenti. Questo progetto verrà certamente ampliato nei prossimi mesi. Segnalo, inoltre, che all’interno della nostra azienda ci sono numerose iniziative supportate dagli ERG (Employee Resource Group), gruppi volontari gestiti dai dipendenti che si organizzano per promuovere un ambiente di lavoro diversificato e inclusivo dando voce a gruppi che normalmente avrebbero poco ascolto. Intorno a questi ERG si aggregano parecchi interessi e tematiche differenti, diversità di genere e di orientamento sessuale, volontariato, genitorialità, disabilità, salute e stiamo iniziando a confrontarci con i nostri fornitori anche sulla D&I.


In Baker Hughes operiamo a livello globale e promuoviamo un ambiente di lavoro inclusivo, con la valorizzazione del talento, di background ed esperienze differenti

Può citare qualche esempio di iniziative concrete che coinvolgono i vostri fornitori su questa tematica?
Sì. Per esempio, promuoviamo il progetto For All (Fornitori Alleati), che ha come obiettivo quello di creare un manifesto di criteri su Diversity, Equity & Inclusion. È nato due anni fa come un forum permanente dedicato alla supply chain ma l’auspicio è che diventi una piattaforma in cui le aziende possano mettere a fattor comune le loro esperienze buone, quelle meno buone, le aree di miglioramento e trarre da questo confronto continuo degli spunti interessanti in modo da creare consapevolezza nelle filiere sull’importanza dell’inclusione delle diversità sui luoghi di lavoro. Vogliamo quindi condividere le nostre capacità, le nostre caratteristiche e le best practice con le aziende che si sono unite in For All e con i nostri fornitori.

Restiamo in tema di fornitori. Baker Hughes ha aderito alla piattaforma Open-es per uno sviluppo sostenibile del business: come vi siete avvicinati a questo progetto?
Nell’ottica di mantenere fede agli impegni presi per arrivare agli obiettivi di sostenibilità 2030 e 2050, ci siamo resi conto che mancava quella cultura di base necessaria per la trasformazione dell’intero settore energetico, che vediamo attuabile grazie alla collaborazione e all’impegno diretto di tutti i protagonisti. Ci siamo chiesti: come facciamo a mappare lo stato delle cose per capire come arrivare alla tappa del 2030 e poi al 2050? C’erano tante opzioni ma nessuna convincente. Così, quando ci è stato presentato il progetto Open-es, ci è sembrato coerente con il nostro approccio oltre che un’occasione per condurre un’attività con partner importanti e per coinvolgere realmente tutta la filiera.

Quali sono le finalità di Open-es?
Open-es è un’iniziativa di sistema che, attraverso una piattaforma digitale aperta a tutte le imprese, vuole favorire lo sviluppo sostenibile delle filiere. Lanciata da una partnership tra Eni, Google Cloud e Boston Consulting Group a cui si sono aggiunti già molti altri, la piattaforma permette di misurare le performance di sostenibilità e ottenere in modo semplice il proprio profilo ESG, confrontarsi con benchmark di settore e individuare le azioni prioritarie da attuare per crescere e migliorare. Open-es ci dà la possibilità di analizzare e confrontare dati e informazioni a supporto dei nostri processi di acquisto sostenibile. A partire dalla metà dello scorso anno, abbiamo coinvolto tutti i nostri principali fornitori globali, circa 500, nell'iniziativa. Open-es è uno stimolo ed un sostegno al percorso di trasformazione di tutta la filiera, favorendo una consapevolezza diffusa sui temi della sostenibilità, supportando l'identificazione di target che diventino obiettivi reali per le aziende.


Con ABB abbiamo iniziato a parlare concretamente di sostenibilità e stiamo valutando alcuni progetti da condurre insieme, anche a livello di Diversity, Equity & Inclusion.

In quest’ottica cosa vi aspettate, in concreto, dai vostri fornitori?
Per rispondere prenderei come esempio la nostra relazione con ABB, non un semplice fornitore ma bensì un partner storico, che per noi rappresenta un’azienda chiave nella definizione strategica della fornitura. Abbiamo iniziato un percorso insieme tempo fa e la relazione si sta evolvendo. Stiamo condividendo con ABB diverse iniziative e non soltanto di business: Open-es ne è un esempio. Con ABB abbiamo iniziato a parlare concretamente di sostenibilità e stiamo valutando alcuni progetti da condurre insieme, anche a livello di Diversity, Equity & Inclusion. Inoltre, abbiamo già fatto alcuni scambi rispetto ad alcune nostre esperienze interne. Siamo molto interessati, per esempio, a come stanno portando avanti in ABB alcuni temi del loro gruppo di lavoro ERG Generations. Insomma, uno scambio reciproco per capire come possiamo aiutarci a vicenda per avanzare nel percorso verso uno sviluppo sostenibile.Un cammino congiunto molto stimolante.

A cura di Simona Recanatini >>

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